Telecom Italia: l’era Conti finisce, il 21 ottobre si decide il nuovo presidente
Le sue dimissioni erano nell’aria da tempo. L’ufficializzazione è arrivata ieri: Fulvio Conti lascia la presidenza di Telecom Italia ed è già caccia al sostituto. Ma Tim prende tempo, fino al 21 ottobre data in cui tornerà a riunirsi il consiglio di amministrazione per pronunciarsi sul successore.
Intanto il board di Tim, che si è riunito ieri per un aggiornamento sullo stato dei principali dossier all’attenzione degli uffici della società, ha preso atto e accolto le dimissioni di Conti, che ha rinunciato alla carica di presidente del consiglio di amministrazione e consigliere della società, a valere dalla conclusione della riunione. Conti era arrivato in Telecom il 7 maggio 2018, quando aveva assunto la carica di presidente del gruppo in quota Elliott.
“Conti ha rappresentato di ritenere esaurito il proprio mandato, alla luce della raggiunta stabilità nel funzionamento del board e di un rinnovato impegno nella creazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder della società”. Queste le motivazioni ufficiali del passo indietro del manager, contenute nella nota ufficiale della società guidata da Gubitosi diffusa ieri a mercati chiusi. Il board ha, poi, ha ringraziato Conti “per l’impegno e gli sforzi profusi nel conseguimento di questo importante risultato, apprezzandone il contributo positivo, la piena correttezza, la sensibilità istituzionale ed il rispetto delle regole nell’esercizio del suo mandato, nell’interesse della Società, degli azionisti e di tutti gli stakeholder”.
L’uscita di scena Conti non è una sorpresa ma frutto degli scontri con i francesi di Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,9%, che ha accusato il presidente di non aver tenuto una condotta imparziale lo scorso novembre, quando il cda aveva revocato le deleghe del precedente amministratore delegato Amos Genish, per sostituirlo con Gubitosi. Una nuova riunione del board è prevista per il prossimo 21 ottobre 2019 per decidere sulla sua sostituzione. Nel frattempo, come da Statuto, le funzioni di presidenza saranno svolte dal consigliere in quota a Vivendi Michele Valensise, (in qualità di consigliere più anziano). Il comitato nomine e remunerazione si è messo in moto e avviato il processo di identificazione del nuovo presidente.
Tra i nomi che circolano per il dopo Conti si è fatto largo di recente quello di Innocenzo Cipolletta che sembra essere uno dei favoriti. L’economista, attuale presidente di Assonime, vanta un passato alla guida di Ubs ed è da sempre in buoni rapporti con l’a.d. di Tim, Luigi Gubitosi. Una governance che potrebbe, tuttavia, subire nuovi assetti. Secondo quanto riporta “La Stampa”, che cita fonti autorevoli, “in Cdp si sta pensando, in occasione del giro di nomine in primavera, di proporre a Gubitosi il ruolo di ceo in Terna, al posto di Luigi Ferraris. Per Tim il nome ci sarebbe già, ed è quello di un manager di primo piano del gruppo”.
Tra i temi sul tavolo per Telecom Italia resta la possibile conversione delle azioni di risparmio in ordinarie ma anche il dossier Open Fiber.
“Dal cda non sono emerse invece decisioni in merito alla conversione delle azioni di risparmio, come era stato ipotizzato dalla stampa – sottolineano da Equita -. Riteniamo che l’operazione rimanga in agenda (essendo funzionale anche alla ridefinizione del Cda in caso di aggregazione Tim-Open Fiber) e che non ci siano motivi ad oggi per uno sconto delle risparmio rispetto alle ordinarie alla luce del privilegio sul dividendo e della possibilità di una conversione”. Equita conferma il rating buy su Tim, con target price di 0,62 euro.